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“Napoli alla finestra” è il titolo di un ciclo di interviste per capire lo stato della città e di chi la amministra. Alla finestra come quando si sta fermi a vedere ciò che succede e a fissare un punto: questo appare lo stato d’animo di una Napoli stremata e incapace di affrontare le questioni urgenti per il suo futuro perdendosi in ridicoli dibattiti su panni stesi, pizza e putipù.

Oggi il confronto è con Vincenzo Schiavo, vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno e presidente Confesercenti Napoli e Campania. Parla a tutto campo: l’Amministrazione Manfredi, l’impatto di guerra e pandemia sulle imprese, il redditto di cittadinanza, i trasporti e il messaggio ai giovani che vogliono iniziare un’attività imprenditoriale in città.

 

Presidente Schiavo, qual è il suo giudizio su questi primi nove mesi dell’Amministrazione guidata dal sindaco Gaetano Manfredi?

Il giudizio è positivo, perché dal nostro punto di vista, quello delle attività commerciali e imprenditoriali, c’è un dialogo proficuo con il Sindaco e una collaborazione con la Giunta, specie con gli assessori De Iesu e Armato, sui temi della sicurezza, dell’economia e del turismo. Stiamo provando a creare una sinergia con il Comune per dare risposte agli imprenditori e ai cittadini: c’è rispetto tra le parti e siamo felici di essere ascoltati. Confesercenti è vicina all’amministrazione Manfredi proprio al fine di trovare insieme le soluzioni ai problemi che riguardano i nostri associati e, di conseguenza, relativi a Napoli. La nostra città ovviamente vive di tante difficoltà, noi siamo pronti a collaborare per sviluppare più azioni nella nostra città e nella nostra periferia.

La pandemia prima e la crisi energetica adesso hanno segnato molto il tessuto commerciale: qual è l’impatto ad oggi su imprese ed esercenti?

L’impatto è stato forte e ha messo in ginocchio diverse attività commerciali della nostra regione. Ci aspettavamo un Governo più presente, contavamo che potesse contribuire maggiormente al sostegno delle imprese, dato l’enorme mancato introito. Con riferimento alla crisi energetica attuale ci aspettavamo un trattamento come quello avvenuto in Spagna, dove il Governo ha elargito il 20% alle imprese per le spese aumentate. Qui in Italia continuiamo ad avere rincari 3-4 volte maggiori rispetto a quelli del 2019. Ci auguriamo che il prossimo Governo dia supporto reale agli imprenditori e alle famiglie: ci aspettiamo un taglio di 1/3 di quello che oggi rappresenta il costo dell’energia, gravosissimo per le imprese.

Il turismo in ripresa ha riportato incassi per le strutture ricettive, i ristoranti e tutto il settore: bastano solo i turisti?

La ripresa del turismo è una panacea per la nostra economia e in particolare per le attività di categoria. I 750 giorni di stop per la pandemia per ristorazione, alberghi, villaggi, Bed & Breakfast e per l’intero indotto hanno prodotto una contrazione insopportabile degli introiti. L’attuale boom turistico non basta, dunque, per colmare i mancati incassi, ma è un inizio di risalita. La Campania è tra le mete più richieste al mondo, con 7 milioni di turisti all’anno: il nostro obiettivo è raggiungere quota 12 milioni, un traguardo che è nelle potenzialità del nostro territorio e delle nostre strutture. Per farlo però dobbiamo garantire servizi sempre più efficaci, una maggiore sicurezza- con l’ausilio delle Istituzioni – nel territorio e un sistema di trasporti completo ed efficace. Solo in questo modo aumenteremmo il flusso turistico, con i visitatori che tornerebbero più volentieri dalle nostre parti.

A proposito di turismo, i trasporti rappresentano la grande emergenza per garantire un servizio anche ai cittadini: che cosa chiede alle istituzioni?

Il controllo e la sicurezza del territorio, ma anche una rete di trasporti completa, funzionante 7 giorni su 7 e possibilmente 24 ore su 24, pulita e moderna. In tutte le città del mondo, da Londra a Parigi, da Milano e New York, i trasporti sono aperti anche di notte. Dalle nostre parti alle ore 20 la circumvesuviana, la metropolitana e altre tratte non sono più utilizzabili. Inoltre il servizio garantito per nostri cittadini sarebbe funzionale anche ad evitare il traffico, perché se si ha la garanzia di avere i trasporti non c’è la necessità di dover usare la propria vettura.

Un’altra criticità per il tessuto economico cittadino è la mancanza di reperire personale: tutta colpa del reddito di cittadinanza o dei salari troppo bassi, soprattutto per i giovani?

Le colpe sono da distribuire. Confesercenti non è contraria, in modo precostituito, al reddito di cittadinanza ma alle modalità di applicazione del sussidio. Chi ne ha bisogno ha il sacrosanto diritto di ricevere il sostegno dallo Stato.  La mancanza di personale, l’aumento del lavoro nero e l’assenza di lavoratori qualificati dipendono dall’elargizione senza costrutto. Noi di Confesercenti pensiamo che bisogna ancorare il reddito di cittadinanza all’assunzione. Coloro che lo percepiscono dovrebbero essere assunti dalle aziende che da un lato garantirebbero un surplus sul reddito statale (aggiungendo il 100% di salario al reddito) e dall’altro una formazione al lavoro per i dipendenti. Sui salari troppo bassi incide notevolmente la pressione fiscale, nel nostro Paese si pagano troppi tributi. Basti pensare chein Italia un’assunzione di una persona costa tra il 47% e il 52% in più per via delle tasse da pagare. In Francia, Spagna, Germania e Inghilterra costa quasi la metà. L’idea sarebbe quella di tagliare le tasse per aumentare i salari, senza risparmio per gli imprenditori. In questo modo i lavoratori sarebbero più contenti ed anche l’economia avrebbe benefici, perché è ovvio che un dipendente con uno stipendio più alto sarebbe portato più a spendere nello shopping.

I grandi eventi culturali sono un altro traino per l’economia della città. Come Confesercenti avete aderito anche alla “presa in carico” della Galleria: un modello da replicare?

E’ assolutamente un modello da replicare, il protocollo per il rilancio e per la tutela della Galleria Umberto per noi deve essere solo l’inizio e un esempio da replicare in tutte le zone di Napoli. Crediamo fortemente nella sinergia tra Istituzioni, imprese, cittadini e associazioni di categoria: Napoli deve continuare a mostrarsi in una veste diversa. Gli imprenditori sono chiamati a collaborare con le Istituzioni e viceversa: con il rispetto dei ruoli e il dialogo costruttivo si raggiungono obiettivi importanti. Noi di Confesercenti sosterremo intese come quella sottoscritta per la Galleria Umberto e non a caso pensiamo di replicarla per Piazza Garibaldi, Piazza Carlo III e per la zona del Carmine, ma anche nei quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli.

Criminalità, sicurezza, racket: sono questioni che a Napoli rappresentano un freno allo sviluppo. Si sta facendo abbastanza secondo lei?

Tali problemi sono in primo piano dovunque: con l’aumento della crisi e della povertà purtroppo c’è anche un aumento di queste problematiche, basti pensare che la Lombardia è la regione con maggior rischio di furti e di scippi. Siamo consapevoli che Napoli è ad alto rischio, anche per la densità di popolazione altissima. C’è fame e resiste la povertà: il nostro compito è sempre quello di promuovere le sinergie tra più risorse. Imprese, associazioni, vigilanza privata sono pronte a collaborare per dare supporto e aiuto allo Stato. Le forze dell’ordine da sole non riescono a controllare il nostro territorio come noi desideriamo. Con il Prefetto Palomba il dialogo è aperto, molto cordiale e soprattutto molto costruttivo. Le nostre società di vigilanza già dalla fine di questo mese di agosto coadiuveranno Polizia, Carabinieri e militari per migliorare la sicurezza nella nostra città. Sul racket abbiamo sempre attivo, in Confesercenti, lo sportello Antiracket ma siamo pronti a fare di più per aiutare le persone più fragili e deboli nella nostra città, non lasciando mai soli gli imprenditori vessati o minacciati.

Infine presidente, cosa direbbe o quali suggerimenti darebbe a un 20enne che ha intenzione di avviare un’impresa a Napoli?

I ragazzi napoletani non devono andare via da questa terra: con loro capacità e il loro ingegno possono arrivare lontano e possono rilanciare il nostro territorio. I giovani devono attivare un’impresa a Napoli, nel luogo più magico della terra, dove tutto può succedere. Noi di Confesercenti poniamo in essere tutto quanto è nelle nostre possibilità per garantire le migliori condizioni e le più funzionali strutture (di formazione, di accesso al finanziamento e di tutela) per sostenere i giovani imprenditori e le start up. Allo Stato e agli altri imprenditori chiediamo di conceder loro le migliori opportunità. Solo in questo modo Napoli, che è già invidiata nel mondo per le sue bellezze, può diventare un riferimento anche per l’economia, come avviene già per alcune eccellenze.

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